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AMARGI: LIBERTà E RITORNO ALLA MADRE

La parola "Libertà" compare scritta per la prima volta su una tavola sumera cuneiforme col termine Amargi, il cui significato è " Libertà e ritorno alla Madre". 

 

 

Chi ha visto Amargi ha detto...

 

Questo spettacolo e' stato bellissimo. L'ho visto domenica pomeriggio a Roma, al teatro Re di Roma
sono rimasta colpita dalla bravura, dalla profondità' dell'argomento, dallo spessore del livello energetico, dai testi ricercatissimi e argomenti attualissimi , e nuovi, e....x finire ..che pure non e male dalla bontà dei dolci antichi che han cucinato con le loro manine e che han offerto al pubblico e ..davvero meritano di esser conosciute e veicolate... DANIELA

BIBLIOGRAFIA


Marija Gimbutas, Il linguaggio della dea, Venexia edizioni 
Riane Eisler, ll calice e la spada, edizioni, Forum edizioni 
Riane Eisler, Il piacere è sacro, Forum edizioni 
Viki Noble: Il risvelgio della dea, Tea editore 
Sara Morace, I racconti di domani, edizioni Prospettiva 
Sara Morace, Origine donna, edizioni Prospettiva 
Luciana Percovich, Oscure Madri splendenti, Venexia 
Luciana Percovich, Colei che dà la vita, Colei che dà la morte, Venexia edizioni 
Elisa Ghiggini, Rosa Mistica, Venexia edizioni 
Robert Graves, la Dea bianca, Adelphi edizioni 
Campbell, Gimbutas, Muses, I nomi della Dea, Astrolabio edizioni 

Giuseppe Sermonti, il mito della Grande Madre: dalle amigdale a a Çatal Hüyük, Mimesis edizioni 
Erich Neumann, la Grande Madre, Astrolabio edizioni 
Andrea Romanazzi, Guida alla Dea Madre in Italia, Venexia edizioni 
Terence McKenna, il nutrimento degli dei, Apogeo edizioni

 

 

 

Amargi è uno spazio onirico: è il sogno che fa Maria, donna di oggi, il giorno prima del suo matrimonio.
Nel sogno Maria cerca consigli e  torna all'origine, al tempo delle Madri, dove incontra Elena, Sophia e Miriam, tre sacerdotesse delle Grande Madre.
Le antiche donne sapevano curare con le piante, accoglievano lo straniero con amore, e consigliavano gli uomini con saggezza. Offrivano il calice della consapevolezza a chi lo chiedesse.
 
Le Madri, portavoci di una civiltà perduta, in cui non c'erano guerre e le città non avevano mura difensive, quando le donne erano unite e rispettate, quando non c'era il concetto di Stato e di Dio.
"Chi arriva qui, ad Amargi, ha bisogno di ricordare", ricordare chi si è profondamente, per poter diventare altro da sé, attraverso scelte e direzioni consapevoli. Per capire Maria le Madri faranno affidamento ai loro riti e all'acqua oracolare, per capire le Madri, invece, Maria vivrà nel corpo le emozioni di quel tempo fino a rimettere tutta la sua vita in discussione.
 
Amargi è la prima parola, sumera cuneiforme, col significato di "Libertà e ritorno alla Madre", un testo teatrale che prova a dare voce ai tempi della Grande Madre, studiati e argomentati da Maria Gimbutas, Riane Eisler, Luciana Percovich, Merlin Stone, Elisa Ghiggini...Uno spettacolo per chi non ha mai sentito parlare di un tempo matrifocale preindoeuropeo, un dialogo emozionante ed irriverente che affronta alla radice i dissidi delle donne nate e cresciute in una società maschilista.
Amargi vuole istillare un dubbio, suscitare una curiosità, accendere una scintilla.

Foto di Pamela Adinolfi 

www.pamlanephoto.com

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